Lettera del 27 maggio 1979

Lettera del 27 maggio 1979

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di Stefano Reolon (eploratore – Camerata 12)

Aosta, 27 maggio 1979
(ore 10:50)

Mia cara …,
ti sto scrivendo dal retro della cucina! Infatti, a causa della dimostrazione in palestra di roccia, non ci hanno più vaccinati (io e gli altri 4 esploratori) e così ci sono toccati i servizi. Io da ieri sono NCC (Nucleo Controllo Cucina) e devo dirigere quelli addetti alla mensa. Non dovrei lavorare, però do sempre una mano a lavare i pavimenti e i piatti. Questa mattina mi sono rifatto di tutte le colazioni che ho perduto: ho fatto il pieno di brioches e di té. Poi ho pulito con gli altri. Ora riesco a scriverti avendo un po’ di tempo. Questa sera poi devo essere ancora di servizio (picchetto armato) e probabilmente sarò ancora addetto alla mensa. Ora purtroppo debbo interrompere, perché occorre fare la “spesa”, cioè andare al magazzino a ritirare il pane per oggi e inoltre la birra e la frutta. Poi si comincia a sistemare i tavoli e a controllare lo svolgimento della distribuzione dei pasti. Riprenderò oggi pomeriggio, appena finiti i lavori di pulizia nella mensa.
Ore 14:39. Abbiamo appena finito le pulizie (vassoi, mensa e pavimenti) e io sono tornato sul retro della cucina per continuare la lettera. Ora aspetto quello che deve darmi il cambio, poi potrò tornare in camerata e questa sera alle 18:40 dovrò essere pronto per il “Picchetto armato ordinario” (cioè un gruppo pronto per ogni eventualità, che dorme al corpo di guardia). Sono giorni intensi di lavoro però devo ammettere che la settimana è stata abbastanza piacevole dopo le fatiche di Roma.
Ora voglio appunto parlarti un po’ della spedizione romana. Sabato siamo partiti alla mattina, verso le 8-9, su una corriera dell’Esercito. Eravamo vestiti con la tuta da combattimento (la divisa elegante era nel bagagliaio) ed ognuno aveva lo zainetto con materiale personale, biancheria ecc. Mi sembrava quasi di fare una gita del CAI sulle montagne della Val d’Aosta, abituato come ero ad arrivare e partire in treno. Imboccata l’autostrada, ci siamo diretti verso la Liguria, ricca di verde e di colline piene di vegetazione. Mi è piaciuta molto, ci sono ancora bei paesini, case arroccate nel verde, e poi il mare così vicino, coi boschi che scendono fino quasi a lambirlo. Qualcuno sulla nostra corriera ci faceva da cicerone (essendo di Genova o dintorni) e ci illustrava i vari aspetti, le località più famose o meno conosciute.
Purtroppo l’autostrada è tutta piena di gallerie e così il bel panorama è spesso interrotto ed un po’ precluso dall’andamento delle corsie. Verso La Spezia abbiamo fatto la tappa per il pranzo; ci hanno distribuito un sacchetto viveri e relative bevande ed abbiamo mangiato (tutti in maglietta verde e cappello alpino) attorno ad uno dei parcheggi che si trovano lungo l’autostrada. Poi per dimostrare che gli alpini sono dei soldati con la S maiuscola e sanno comportarsi da uomini civili, il capitano ci ha fatto fare un po’ di pulizia al parcheggio, dove c’erano parecchi barattoli, bottiglie e cartacce in giro lasciate dai soliti turisti (italiani !).
Rimontati in corriera, abbiamo attraversato anche la Toscana, lambendo il mare a Viareggio e poi dirigendoci su Pisa, nostra tappa per oggi. Ci siamo arrivati nel pomeriggio e ci siamo diretti alla caserma dei paracadutisti della Folgore dove dobbiamo essere ospitati. Ci hanno sistemati in camerate da 40 e ci hanno concesso subito una libera uscita. La città non è granché, oltre naturalmente alla Piazza dei Miracoli. Ci siamo diretti la immediatamente, prima che tramontasse il sole. Se non era per le divise, sembravamo dei turisti in gita, però con il nostro cappello alpino attiravamo l’attenzione di tutti.
Ci sentivamo orgogliosi di portarlo; l’unica seccatura era che dovevamo comportarci da perfetti AUC e non potevamo, ad esempio, sederci sul prato come gli altri turisti. La piazza, con la torre, la basilica e il battistero, è una vera meraviglia; alla sera poi, è ancora più suggestiva. Era bello stare lì, ma è proprio in quei momenti in cui la naja riesci a darti qualche soddisfazione, che si sente il bisogno di dividerla con qualcuno.
Nonostante sia una scuola AUC, ci fanno diventare delle bestie, anche per tutta la rabbia che ci fanno prendere: comunque poi ci rifaremo quando saremo noi ufficiali.
Tornando al viaggio, dopo la visita alla Piazza di Pisa, siamo tornati presto a dormire. La sveglia, infatti, è stata alle 2 di notte; siamo poi partiti subito per Roma, attraversando le belle colline toscane. Anche qui ci sono bei paesaggi, case riunite in cima ai monticelli. Ci siamo anche sfogati un po’, cantando canzoni di montagna, specialmente sugli Alpini!
Verso le 9 eravamo già a Roma: è molto bella e ricca di verde, ma purtroppo abbiamo visto poco, perché ci hanno portato direttamente in centro, sotto l’Altare della Patria. C’erano già alpini che giravano per tutta la città e convergevano verso la via dei Fori Imperiali dove sarebbe iniziata di lì a poco la sfilata. Noi, tutti con la divisa elegante ed in fila indiana, abbiamo fatto tutto il percorso al contrario, per raggiungere il settore che ci era destinato. Ho guardato molto in giro, se vedevo qualcuno di Belluno, purtroppo erano migliaia e non ho visto nessuno. C’è stata poi la lunga attesa, con le scarpe che mi facevano male, il cappello e la divisa che facevano sudare. Ma intanto c’era da guardare tutti quelli che passavano, chi per cercare vecchi commilitoni, chi per raggiungere il proprio posto.
E’ proprio in queste occasioni che si vede lo spirito di corpo degli alpini, specialmente dopo il congedo. Ce n’erano di giovani, di vecchi, soldati oppure colonnelli, tutti amici e tutti orgogliosi di avere la piuma sul cappello. E’ poi venuto il momento più emozionante (dopo quasi 4 ore di attesa) con l’inizio della sfilata per noi, che purtroppo eravamo quasi in coda. Tutti inquadrati, con il capitano in testa, cercavamo di marciare meglio possibile, dimenticando anche i piedi che facevano male o il sudore: tutti applaudivano ed incitavano, sia la gente comune che i nostri “veci” che assistevano alla sfilata.
Davanti alle tribune d’onore abbiamo fatto un “Attenti a, sinist!”, girando la testa e continuando a marciare; ci è riuscito bene ed il capitano era tutto soddisfatto. Sono riuscito a vedere il pres. Pertini, assieme ad altri ministri e generali. Finito il viale, siamo passati ancora sotto l’Altare della Patria e ci siamo diretti alle corriere. Un attimo solamente per bere un sorso d’acqua dalle borracce e poi via di nuovo verso Pisa. Ho visto ancora il Tevere, Castel Sant’Angelo, monte Mario e basta. Questo è tutto quello che ho ammirato di Roma, comunque la buona riuscita della sfilata ci ha ripagato dello scarso tempo a disposizione. Tutto il pomeriggio è passato per il viaggio di ritorno ed alla sera sono andato subito a letto, dopo aver dato una controllata alle vesciche che mi avevano fatto le scarpe nuove. La mattina, dopo aver fatto colazione ed aver partecipato all’alzabandiera dei paracadutisti, siamo ripartiti subito. Dispiaceva aver finito già tutto, ma comunque ci siamo goduti una bella giornata serena che ci ha permesso di ammirare meglio il paesaggio Toscano e Ligure. Questa è stata la nostra partecipazione all’Adunata Nazionale degli Alpini, faticosa sì, ma densa di soddisfazioni.
Il giorno dopo il ritorno da Roma, tanto per tenerci in allenamento, siamo andati a piedi a Pollein, per provare ancora il “passo del leopardo” e il percorso di guerra. Per fortuna che la giornata era migliore della volta scorsa, più fresca e con meno polvere. Il giorno dopo (mercoledì) noi 5 esploratori siamo andati in Palestra di Roccia assieme ai “veci” della prima compagnia e ad alcuni alpini. Poiché non c’erano camion, ci siamo andati a piedi: solita sudata, condita di imprecazioni a carico dei superiori. Ci hanno fatto subito provare delle vie abbastanza difficili (sul 4° grado) e poi abbiamo guardato gli altri più anziani che provavano. Più tardi mi hanno messo insieme a Cesco (un cadorino) per fare la via numero 6: è un camino con una strozzatura finale, molto liscia. L’ho fatto 3 volte e dovrò farlo anche sabato durante una dimostrazione che verrà data. Dopo il rancio, il nostro sottotenente ci ha accompagnato in auto (per fortuna!) fino al poligono di Clou Neuf, dove si trovavano già dal mattino i nostri colleghi (loro erano saliti a piedi).
Abbiamo sparato con la mitragliatrice MG 42/59 e con il fucile mitragliatore FAL BM59. Mi è andata meglio dell’altra volta. Il ritorno è stato a piedi anche per noi, come tutti. Il giorno dopo, di nuovo in palestra: ho rifatto la via ancora 3 volte e abbiamo fatto altre prove. Avevamo il camion. Nel pomeriggio a piedi all’altro poligono, per tirare le bombe a mano: erano quelle da esercitazione che non sono molto pericolose e fanno un botto come un petardo. Tutti in fila, si correva uno ad uno fino ad una piazzola e si tirava la bomba dentro un cerchio.
Venerdì è stato il terzo giorno alla Palestra di Roccia del Castello. Siamo saliti ancora col camion e dopo tutti i preparativi abbiamo provato tutta la dimostrazione. Prima saliamo lungo le vie, che sono otto, in scala crescente di difficoltà. Per ogni via siamo in due e dobbiamo mostrare come si muove la cordata. Io ho fatto il solito camino (lo conosco a memoria, però l’uscita non mi riesce mai bene). Appena dopo la scalata delle vie, c’è la dimostrazione dei vari tipi di soccorso con o senza barella. Alla fine ci caliamo tutti a corda doppia (io uso tutti i miei attrezzi meccanici, anche se all’inizio il maggiore non voleva perché erano troppo laboriosi e impiegavo troppo tempo a prepararmi – poi ho trovato il sistema di accelerare i preparativi e ho potuto utilizzarli). Finita la prova ci siamo riposati; qualcuno provava ancora. Poi siamo andati alla casermetta dove ci sono gli alpini a guardia del Castello (dove ha sede il Comando della scuola mil. Alpina). Abbiamo attraversato il parco e poi abbiamo mangiato ottimamente e con abbondanza. Poi un bel gelato, anzi due e alla fine tutti su di fianco alla palestra per fare un riposino sotto un albero. Magari fosse sempre così la naja! Purtroppo la sera (anzi la notte) prima ero di sentinella e ho passato mezza notte in bianco. E’ forse uno dei servizi più duri e faticosi (anche se non è un lavoro pesante), perché devi rimanere sveglio e attento. Ho montato dalle 19 alle 22 e poi dalle 2 alle 4:30. La sera era nuvolosa e ventosa, poi durante la notte c’erano le stelle. Per fortuna che non c’è stato tanto movimento; al massimo l’ufficiale di picchetto, o qualche alpino ritardatario da far passare. Forse anche stanotte dovrò montare ancora di guardia ma ancora non è sicuro.
Ieri, sabato, c’è stata la famosa dimostrazione in palestra. Siamo saliti al castello molto presto e poi abbiamo preparato tutto. L’attesa è stata lunga poiché quelli che dovevano assistere erano in ritardo.
Erano un gruppo di medici di Torino (del centro di medicina dello sport). Ci hanno fatto aspettare un’ora e mezza e anche il nostro maggiore era notevolmente arrabbiato. Anche il generale è venuto a vederci. E’ andato tutto bene e dopo aver raccolto il materiale, siamo andati a depositarne una parte. Ho potuto così entrare nel Castello e vederne una parte, fino dove c’era il magazzino materiali. E’ molto bello, ricco di cimeli, con arredamento antico, e tante foto di montagna, che rappresentano spesso gli alpini della scuola. Dopo ci ha accompagnati in caserma il maggiore (io e altri 2) poiché non c’era posto sul camion.
Ho poi iniziato il mio servizio di NCC e sono stato alla mensa fino a sera.
Questa volta avevo tante cose da raccontare ed ora che mi accorgo, sono riuscito a riempire ben 9 pagine. Sto contando i giorni che ci separano dal giuramento: restano ormai 3 settimane e spero corrano sempre veloci. Nonostante qui cerchino di farti mancare il tempo per avere anche un po’ di nostalgia, riusciamo a trovarlo lo stesso.
Ormai sono passate 5 settimane, è un mese abbondante, però è ancora lunga e spero di trovare la forza e la voglia di finire.
Ormai si fa tardi e fra non molto c’è l’ammaina bandiera, la cena e poi il servizio di picchetto.
Stefano

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